mercoledì 26 marzo 2008

Miti United, n.1. Duncan Edwards

Sarebbe potuto essere il più grande giocatore di sempre del Manchester United, uno dei più grandi della storia. Ci si è messo di mezzo il destino, crudele, a stoppare la carriera di un vero prodigio, a soli 21 anni, in quel maledetto 6 febbraio 1958, anche se solo il 21 febbraio, due settimane dopo, dovette arrendersi alla morte. "Duncan Edwards è stato l'unico che mi abbia fatto sentire inferiore. Se dovessi giocarmi la vita in una partita di calcio e se potessi scegliere un solo compagno di squadra, sceglierei lui", lo ha detto Sir Bobby Charlton, sopravvissuto all'incidente aereo di Monaco. "Calciatore universale" è forse la definizione che più si addice a Edwards: era una mezzala, ma le sue qualità tecniche e l'eccezionale fisicità lo facilitivano nell'adattarsi in qualsiasi ruolo. Ottime doti di passaggio e allo stesso tempo grande incontrista Edwards poteva contare su un tiro preciso e potente e sul colpo di testa, qualità, le ultime due, che gli permettevano di poter giocare da centravanti puro. Il suo elegantissimo tocco di palla e la personalità, caratterizzata da coraggio e determinazione da vendere, lo facevano risaltare, invece, quando era schierato nel suo ruolo naturale, in mezzo al campo, mentre la sua dedizione alla forma fisica, l'applicazione ossessiva negli allenamenti lo rendevano un atleta perfetto. I suoi recuperi al limite della sua area e le successive folate offensive, spinsero Matt Busby a credere che quello che aveva davanti era il miglior giocatore al mondo, sicuramente il più forte della sua generazione. Busby lo acquistò dalla squadra del suo paese natio, Dudley, nel giugno del 1952, dopo una segnalazione, risalente a due anni prima, di Joe Armstrong. Dopo 8 mesi, il 4 aprile 1953, Edwards, a 16 anni, esordiva in prima squadra in Manchester United-Cardiff, divenendo il calciatore più giovane di sempre ad aver giocato in Premier League. Due anni dopo arrivava anche l'esordio in nazionale (a 18 anni, record che ha resistito fino al '98), con la quale avrebbe poi sommato 18 presenze corredate da 5 reti, al quale poi sarebbero seguiti due titoli consecutivi, 56 e 57, con la maglia dello United, ovviamente da assoluto protagonista. Nasceva nel 1956 la Coppa dei Campioni e il Manchester era l'indiziata principale per divenire la prima squadra britannica ad alzare il trofeo, considerate anche le due semifinali di fila. Se a Monaco non si fosse fermato l'orologio, lo United ci sarebbe di sicuro riuscito, prima della vittoria del Celtic nel 1967. Invece in una fredda notte di febbraio in Baviera, dopo una trasferta in Jugoslavia, il fato diede la spallata decisiva a chi faceva del tackle e della potenza fisica le sue armi migliori. Sembrava che avesse potuto sopravvivere, i medici diedero speranze, lui lottò strenuamente. Ma il 21 febbraio, come detto, la favola si spezzò. Cinque giorni dopo venne sepolto a Dudley. Sì, sarebbe potuto diventare il più grande, ai livelli di Pelè, Maradona, Cruijff. E se qualcuno non abbia ancora capito la grandezza di questo giocatore, ecco le parole di Jimmy Murphy, assistente di Sir Matt Busby: "Sorrido quando sento dire che Muhammad Alì è stato il più grande sportivo della storia. Il più grande è stato un calciatore inglese: si chiamava Duncan Edwards".

Nome:Duncan Edwards
1-10-1936, 21-2-1958
Luogo di nascita: Dudley, Worcestershire
Ruolo: Mezzala
Gare con il Manchester United: 177 con 21 reti
Gare con la nazionale inglese: 18 con 5 reti
Titoli: 2 campionati inglesi (56 e 57)


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